Lettera del Parroco (e avvisi dal 3 al 17 ottobre 2010) |
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domenica 03 ottobre 2010 |
Prima di tutto l'ascolto. La liturgia è il libro dei poveri in spirito, di coloro che non inventano parole. La liturgia è ciò che il popolo cristiano fedele segue, ripete, risponde. Per questo è l'ambito dell'obbedienza.
Carissimi,
iniziamo oggi il cammino del nuovo anno pastorale. Abbiamo ancora nel cuore la celebrazione in Cattedrale in cui il vescovo ci ha consegnato il mandato come operatori pastorali. Nella memoria di alcuni c'è anche l'adorazione eucaristica che abbiamo iniziato a fare il primo venerdì del mese.
Il nuovo anno pastorale si apre all'insegna del motto scelto dal vescovo "Dio educa il suo popolo" e del silenzio della notte in cui ci siamo prostrati davanti a Gesù Eucaristia.
Come si educa, come nasce la comunità cristiana? Dove troviamo gli
spunti per crescere insieme? Dall'ascolto, dall'obbedienza della
Liturgia, dell'Agape, del fraterno incontro nel giorno del Signore.
Vogliamo ricordarci all'inizio dell'anno pastorale questa priorità
eucaristica nella nostra vita. Come potremmo coltivare uno sguardo di
benedizione e non di lamentela? Come potremmo non soccombere ai tanti
impegni che ci prendiamo in questi giorni? Come resistere alla
tentazione di costruirci all'interno delle relazioni comunitarie un nido
personale che escluda le persone scomode?
L'educazione che nasce dal gesto comune dell'Eucaristia è il punto
centrale, irrinunciabile per imparare a ringraziare di tutto, per
mettere l'azione di Dio sopra e prima della nostra, per educarsi alla
missione.
Ma come potremo vivere appieno questo segno? Cosa ci chiede la liturgia?
Sicuramente non basta la presenza fisica. Anzi soprattutto chi è
abituato a calpestare gli atrii del Signore rischia più fortemente di
mancarvi di rispetto. Sono io il primo ad ammettere che non sempre
riesco ad essere attento alla presenza di Gesù nel pane della parola,
dell'Eucaristia e dei poveri.
Occorre la presenza attiva e consapevole (SC 7).
Lasciamoci educare dalla Messa. Prestiamo attenzione. I minuti che
precedono la celebrazione devono essere di raccoglimento e di preghiera
personale e silenziosa. Al termine della celebrazione si conviene un
clima di festa. Mi piace molto fermarmi con voi sul sagrato della
Chiesa, anche se a volte vedo che molti avrebbero piacere di inseguirmi
in sacrestia.
Lo spazio della sacrestia invece è possibilmente riservato alla
preghiera personale del sacerdote e non dovrebbe essere disturbato da
altre occupazioni, così come quello della chiesa è riservato se
possibile alla preghiera della comunità e dei singoli.
È chiaro che quando il maltempo non lo permette si potrà anche
rinunciare alla solita festa insieme per magari ritrovarsi a piccoli
gruppi e condividere il vissuto della settimana.
Mi piacerebbe che all'uscita della Chiesa si potesse vivere uno scambio
intenso di esperienze cristiane soprattutto tra chi non lavora
pastoralmente nel medesimo ambito e magari può avere prospettive
diverse.
Personalmente cerco di salutare tutti con un bel sorriso, per
condividere la gioia di aver celebrato la risurrezione del Signore.
Il silenzio dunque e l'obbedienza alla liturgia ci aiuta ad iniziare
bene quest'anno. Obbediamo alla Liturgia e il Signore ci custodirà nel
suo amore.
Don Davide
Scarica la lettera del Parroco completa degli avvisi dal 3 al 17 ottobre 2010 (191.89 kB)
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